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OltreFood Coop
1°tappa: l’orto (aperto) di Silvia
Settembre 25, 2020 by Davide Pagani in OltreFood Coop

di Gianluca Campanella

Oltrefood On Tour inizia dall’Orto di Silvia, di Silvia Baroni, una delle produttrici che per prime si sono avvicinate alla cooperativa, entusiasta di condividere con noi valori e visioni per il futuro del consumo alimentare.

Abbiamo pedalato fino a Basilicanova (PR) su un percorso in leggero falsopiano, circondati dai colori di fine primavera e con la bellezza degli Appennini di fronte a noi. All’arrivo troviamo ad aspettarci proprio Silvia, un’agricoltrice esile e minuta con un’energia e un entusiasmo straripanti, che ci travolgono non appena incrociamo il suo sguardo. Un’estrosità capace di ricaricarci istantaneamente dalle fatiche appena compiute. 

Dittico Silvia

L’azienda agricola è composta da 9.000 mq di orto in rotazione, coltivato senza l’apporto di nessuna sostanza di chimica di sintesi. Il terreno viene concimato ogni 3-4 anni col letame maturo “del vicino”, perché il suolo è già molto buono ed esagerare potrebbe essere controproducente. Infatti, come ci spiega Silvia, “siamo molto fortunati perchè con questa terra il raccolto viene proprio bello, tant’è che una volta abbiamo dato il letame per due anni di seguito e abbiamo notato che gli ortaggi non crescevano generosi come l’anno precedente”.

Questo però non impedisce alle infestanti di svilupparsi e il campo dev’essere mantenuto pulito, utilizzando una zappa meccanica tra un filare e l’altro e un coltello o altri strumenti manuali tra pianta e pianta.

Considerate le dimensioni dell’orto e il solo utilizzo di sistemi naturali, estirpare le erbacce è un lavoro immane: per stare inginocchiati ore e ore sotto il sole di giugno o la pioggia di novembre servono un’infinita riserva di energie e un’indomita passione, anche perché è un lavoro che va fatto costantemente affinché gli ortaggi possano crescere vigorosi.

Nonostante tutta la fatica, però, “se una fila di peperoni mi va a male e non li vendo, non è che mi strappo i capelli dalla disperazione. Preferisco seguire questa filosofia piuttosto che allargarmi ed essere costretta a somministrare qualche prodotto in più per aiutare la produzione.”

Silvia si dedica al suo orto principalmente da sola, ma ogni tanto non disdegna un aiuto della sua famiglia e in particolare dei suoi figli di 20 e 24 anni, che nelle pause dallo studio la aiutano sia in campo che per le consegne: “Io programmo il lavoro (cosa e quanto piantare) in base al mio tempo perché, nonostante l’aiuto, non posso prevedere i loro impegni e quindi preferisco non sbilanciarmi. Fortunatamente c’è anche mio marito che spesso dedica all’orto un’ora prima di andare in ufficio e poi la sera quando torna.”

Passeggiando tra filari di patate, di insalata e di pomodori sorge quindi spontaneo chiederle come (e se) ci si rilassa dalla vita nei campi. Ci racconta che l’agricoltura non permetterebbe pause, e che anche l’inverno, un periodo un po’ più leggero, è comunque pieno di impegni: bisogna raccogliere, preparare le cassette per i GAS, andare ai mercati…e vivendo in campagna ci sono sempre lavoretti da fare anche nel fine settimana!

“Pensate che noi ogni tanto in estate andiamo via una settimana ma dobbiamo lavorare il doppio la settimana prima e il doppio quella successiva, tant’è che dopo due giorni dal rientro ci chiediamo: ma veramente sono stata via in vacanza? Non me lo ricordo più!” ride.

Silvia con Gian e Davide

Quando vado in vacanza lavoro più del doppio prima e dopo, tant’è che dopo due giorni dal rientro mi chiedo: ma veramente sono stata via in vacanza? Non me lo ricordo più!

Tutto questo duro lavoro porta a dei raccolti straordinari, che in molti stanno iniziando ad apprezzare, scegliendoli a discapito di prodotti da supermercato più economici ma meno buoni, etici e sostenibili. Chi abbraccia questa metodologia di produzione si trova a dover applicare prezzi più alti della media, altrimenti non sarebbe in grado di sostenere i costi di produzione, considerata la resa minore del raccolto e l’impiego maggiore di manodopera: per allinearsi alla grande distribuzione e riuscire a sostenere la propria famiglia, Silvia dovrebbe infatti allargare la sua produzione, cambiando metodi di coltivazione e magari iniziare a utilizzare prodotti di sintesi per aiutare la redditività.

“Devo essere onesta, a volte mi chiedo chi me l’ha fatto fare” ci confessa “Facevo l’impiegata in un posto in cui non mi trovavo poi così male, ma a casa abbiamo avuto sempre la passione dell’orto e spesso capitava che amici e familiari ci chiedessero di vendergli della verdura, ed è così che con mio marito abbiamo deciso di intraprendere questa avventura. Dopo tutto è un percorso che ti da grandi soddisfazioni visto il raffronto molto positivo da parte dei clienti. Poi hai a che fare con persone che ti capiscono, proprio come Oltrefood che condivide gli stessi nostri principi. Perché alla fine per loro non si tratta di comperare insalata, ma di abbracciare tutto il mondo che c’è dietro.”

Silvia nella sua serra

Pedalando verso casa con una bella borsa di verdure come fossimo stati in visita dalla zia, ci scambiamo pareri e impressioni su questa donna straordinaria per la forza, la passione e l’enorme fatica che ogni giorno accetta di buon grado, alimentata dai suoi ideali. 

Silvia rappresenta una donna che ce l’ha fatta, che ha guadagnato la sua indipendenza in un mondo in cui le donne figurano frequentemente come “coniugi del conduttore” e il cui lavoro è raramente equiparato a quello dell’uomo sia in termini economici che di diritti sociali. Anche se, a guardare i numeri, oggi un’azienda agricola italiana su tre è proprio guidata da una donna, con una presenza femminile in costante ascesa da 20 anni.

Per ogni Silvia, però, ce ne sono tante altre che non riescono a conciliare lavoro e famiglia o si trovano in condizioni difficili in territori svantaggiati: emerge così la necessità di un maggiore sostegno per l’autoimprenditorialità femminile, sia in termini di pari diritti che di accessibilità a finanziamenti e agevolazioni fiscali. Non solo per incentivare l’equità di genere ma anche per rafforzare in generale tutta l’economia agricola e promuovere lo sviluppo del mondo rurale, da anni ormai considerato sempre più marginale.

Presi da questa confronto, ci lasciamo la campagna alle spalle…e addentrandoci per le vie della città, non vediamo già l’ora di ripartire alla scoperta di altre realtà resistenti del territorio!

Fagiolini nelle mani
Fior di patata
Logo l'orto di Silvia

L’orto di Silvia
via Garibaldi 54 – Basilicanova (PR)
Tel. 340 300 1334
FB /ortodisilviaveg

Silvia nella serra
Silvia in posa
Oltrefood Coop Parma

Oltrefood Coop
Borgo Santo Spirito 44, Parma
Tel. 0521-1512252
www.oltrefoodcoop.it
FB /oltrefood

Ringraziamo Mauro Carbonaro per le foto e Marta Razzetti per l’editing di ogni articolo.
Se gli scatti vi sono piaciuti, seguite il lavoro di Mauro sul suo sito maurocarbonaro.myportfolio.com oppure FB e INS.

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Davide Pagani

CHI SONO

DAVIDE PAGANI

Cicloturista enogastronomo.
Nel tempo libero adoro
girare con la mia bici
per andare a scoprire
nuovi territori e produttori!
L'Italia in bici è ancora più bella

 

 


 

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