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OltreFood Coop
4° tappa: il birrificio Articioc.
Novembre 15, 2020 by Davide Pagani in OltreFood Coop

di Gianluca Campanella

Si pedala ancora con Oltrefood On Tour, oggi alla scoperta del birrificio Articioc, un’eccellenza del territorio che dimostra come i valori della cooperazione possano creare lavoro, inclusione e dignità sociale, oltre a delle birre artigianali deliziose. 

Le nostre gambe ci hanno portato fino alla prima periferia di Noceto con una piacevole pedalata mattutina: un leggero venticello ci permette di arrivare sorprendentemente rilassati per il nostro appuntamento con Luca Manici, presidente della cooperativa sociale, che ci apre le porte dello stabilimento, una curiosa struttura moderna che in passato ospitava un laboratorio e una scuola di pasticceria .

Dittico Luca e birre

Luca è ormai un veterano delle visite e ci mostra orgoglioso il loro impianto, che per le dimensioni ridotte (sala cottura da 1200 lt.) e per l’esclusione di filtrazioni e pastorizzazione, consente una produzione completamente artigianale. Le materie prime sono semplici: acqua, malto d’orzo, lieviti e luppoli americani e neozelandesi che conferiscono profumi di agrumi. “Aggiungiamo il luppolo negli ultimi minuti di cottura per estrarre il massimo dell’aromaticità” ci spiega. “Inoltre abbiamo scelto di produrre solo in isobarico, aggiungendo CO2 nel fermentatore dopo la prima fermentazione e senza aggiungere zuccheri e lieviti in bottiglia, per riuscire a mettere in evidenza il più possibile le caratteristiche delle materie prime utilizzate e far risaltare una complessiva pulizia di profumi e sapori”. 

La missione di Articioc è produrre una birra che abbia come qualità fondamentale la facilità di bevuta, senza che gusto e pienezza vengano sacrificati. Nascono così birre che stupiscono per profumi e qualità organolettiche, ma che non stancano al primo sorso. Birre da Pub che rispecchiano la missione sociale della cooperativa, che favoriscono convivialità e socialità.

Pentola per il mosto

Sono ancora le 10 del mattino, ma per farci capire meglio cosa intende, Luca ci spilla direttamente dal tino di fermentazione 4 bicchieri di freschissima e piacevolissima Pita (le birre di Articioc prendono tutte il nome dialettale di una carta da briscola) una IPA che rispecchia esattamente quello che ci raccontava prima. Un amaro delicato, profumi del sud del Mediterraneo, e un’incredibile spensieratezza nella bevuta. 

“Vedete? – esordisce con gli occhi illuminati di gioia – il nostro progetto nasce proprio così, intorno a un bicchiere di birra!”, cioè dall’associazione culturale “Alta Fermentazione”, istituita da Luca e un gruppo di appassionati per promuovere il mondo della birra artigianale, in anni in cui il movimento era agli albori e in Italia contava solamente 7-8 birrifici di questo tipo (oggi ce ne sono circa 1.500), che venivano promossi tramite eventi di degustazione il cui ricavato veniva sempre devoluto in beneficenza.

Remo ci ha insegnato che esistono persone che riescono a trasportare mattoni da un quintale, ed altre che hanno la possibilità di spostare solamente un chilo, ma che entrambe hanno il diritto di contribuire alla costruzione della società.

Da questa esperienza e dall’incontro con Remo Pattini, fondatore dell’Associazione Sportiva Sanseverina – che promuove lo sport tra le persone, giovani e adulti, con disabilità intellettiva – e uno dei pionieri del mondo Special Olympics a Parma, nel 2009 germoglia l’idea di aprire un birrificio non solo artigianale, ma anche incredibilmente speciale. “Remo ci ha insegnato che esistono persone che riescono a trasportare mattoni da un quintale, ed altre che hanno la possibilità di spostare solamente un chilo, ma che entrambe hanno il diritto di contribuire alla costruzione della società.” Il grande rammarico di Remo era che, nonostante i suoi ragazzi dimostrassero di eccellere nel mondo dello sport e di essere completamente autonomi nella vita, spesso venissero lasciati a casa tutto il giorno senza svolgere alcun lavoro.

Spillatura

Questo incontro fa accendere una scintilla in Luca, ma è solo nel 2014, dopo qualche anno di fermentazione, che l’idea sboccia e viene fondata la cooperativa, anche grazie al contributo di Fondazione Cariparma. “L’esperienza maturata con Altafermentazione ci ha fatto capire che la gestione di un birrificio ben si abbina ad una progettualità imprenditoriale con risvolti sociali”, com’è stato poi confermato dall’appoggio e dalla spinta ricevute da piccole realtà già esistenti come la “Vecchia Orsa” di Bologna, “Pausa caffè” di Saluzzo e “Vale la pena” del carcere di Rebibbia.

“È così che abbiamo deciso di costituirci come cooperativa sociale di tipo B, che permette l’inserimento lavorativo di personale con fragilità fisiche e psicologiche”. La produzione della birra prevede infatti fasi che permettono di coinvolgere lavoratori con competenze diverse. Nasce così, spontaneamente, una connessione con La Bula, altra cooperativa sociale della città, che propone l’inserimento di due ragazzi, che all’inizio non sapevano fare niente e che oggi sono esperti birrai che collaborano attivamente a tutte le fasi di produzione, dalla cotta fino all’etichettatura e alle consegne.

L'imbottigliamento

Più Luca ci racconta di loro e più questo progetto ci carica e vogliamo saperne di più. Chiediamo allora come sono arrivati ad un nome così curioso come Articioc, a primo impatto così lontano dal mondo della birra. “Articioc, in dialetto parmigiano e in diverse lingue, significa carciofo, infatti i primi anni chi assaggiava le nostre birre ci chiedeva se fossero fatte con il carciofo” ride. “Per noi il carciofo rappresenta la terra, i sapori contadini, la buona tavola, la forza di difendere con le foglie e le spine la parte più nobile: il cuore. Allo stesso modo la cooperativa tutela e guida i ragazzi nel mondo del lavoro.”

La giornata si fa sempre più torrida e ci concediamo un ultimo sorso di birra per rinfrescarci le secche fauci, mentre Luca ci da un’anteprima dei progetti futuri: dare il via, coi partner cooperativi, alla produzione di malto d’orzo e luppolo in modo tale da completare la filiera e garantire ai consumatori un prodotto responsabile e inclusivo al 100% .

“L’auspicio è quello di dare stimolo a tutto il mondo della cooperazione sociale di Parma per creare sinergie e collaborazioni. Il nostro può essere quel tipo di progetto che può mettere intorno al tavolo tutte le realtà sociali e, bevendo un bicchiere di birra, pensare insieme ad un futuro diverso”. 

Birre in posa

Così, un po’ traballanti, ci rimettiamo in pista e ragioniamo su come sarebbe semplice, con un minimo di sforzo, riuscire a creare un’imprenditoria più inclusiva, che metta al centro l’essere umano in sè e non solo la sua capacità produttiva più spiccia: è infatti inaccettabile che ci siano ancora, nella società moderna, persone escluse perché considerate non “competitive”.
Fortunatamente, realtà di questo tipo sono sempre più presenti sul territorio nazionale, come la Lanterna di Diogene e la Cascina Clarabella,che abbiamo avuto modo di visitare e conoscere in questi anni. Questa consapevolezza ci rinfranca lo spirito, riempiendoci di energie utili per pedalare sempre più avanti, alla scoperta di un mondo migliore.

Dittico
Logo Articioc

COOP.SOCIALE ARTICIOC 

Via Marconi, 6 – Noceto (PR)
Tel. 0521 628 301
Sito birrificioarticioc.it
FB /Articioc Coop. Soc.

Ascoltiamo Luca
Etichettatura
Oltrefood Coop Parma

OLTREFOOD COOP

Borgo Santo Spirito 44, Parma
Tel. 0521-1512252
www.oltrefoodcoop.it
FB /oltrefood

Ringraziamo Mauro Carbonaro per le foto e Marta Razzetti per l’editing di ogni articolo.
Se gli scatti vi sono piaciuti, seguite il lavoro di Mauro sul suo sito maurocarbonaro.myportfolio.com oppure FB e IG.

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Davide Pagani

CHI SONO

DAVIDE PAGANI

Cicloturista enogastronomo.
Nel tempo libero adoro
girare con la mia bici
per andare a scoprire
nuovi territori e produttori!
L'Italia in bici è ancora più bella

 

 


 

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