Come si possono definire quelle persone che adorano caricare sulla bicicletta ogni ben di Dio e viaggiare in lungo e in largo per l’Italia, l’Europa o il mondo?
Inoltre, ci possono essere differenze tra chi utilizza lo stesso mezzo di trasporto?
Il ciclismo è una vera e propria attività sportiva e come tale serve “a sviluppare le capacità fisiche e insieme psichiche, e il complesso degli esercizi e delle manifestazioni, soprattutto agonistiche, in cui tale attività si realizza.” (dizionario Treccani).
Il cicloturismo non è un’attività sportiva ma è un modo diverso di concepire il viaggio, attraverso l’utilizzo di un mezzo di trasporto che permette di scoprire le bellezze del territorio, soffermandosi sui particolari che lo contraddistinguono.
I cicloturisti sono quasi sempre accomunati da una spiccata sensibilità ambientale, da una grande passione per la bicicletta come mezzo di trasporto e come stile di vita, da una vivace curiosità per i luoghi sconosciuti al grande pubblico e da una grande adattabilità alle situazioni impreviste.
Per un cicloturista non è importante arrivare in un luogo, ma godere del piacere del viaggio. Non è rilevante la performance atletica, quanto il relax e il benessere derivanti dalla lontananza dal traffico.
Questa distinzione in Italia non esiste come è invece nel resto d’Europa, sia per il motivo sopra citato ma soprattutto perchè non c’è la volontà politica a livello nazionale di puntare sul cicloturismo come forma di turismo eco-sostenibile che potrebbe richiamare migliaia di turisti da tutto il mondo: si costruiscono poche piste ciclabili e quelle che ci sono non sono collegate tra di loro, le condizione del manto stradale è in pessimo stato e i servizi per i cicloturisti scarseggiano.
Ovviamente non ci si deve fermare a queste due diverse etichette e fare una lotta tra clan.
È fondamentale che i due movimenti collaborino per promuovere e diffondere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ecologico o per l’attività sportiva.