La prima giornata è andata: 101 chilometri di pedalata da Parma, la nostra città di partenza, a Bomporto, in provincia di Modena.
Prima di partire siamo passati alla Salumeria Garibaldi, dove i sapori e i profumi di questa terra ci hanno accolto e dato una bella carica per la partenza. I proprietari della Salumeria ci hanno inoltre offerto il pranzo e così siamo partiti portando con noi un po’ della nostra Parma.
La prima tappa è stata a Boretto, da Alberto Manotti, il “Re del Po”: Alberto ha da sempre un vero e proprio amore per il grande fiume, amore che dimostra raccogliendo legni e rami dalle sue rive e costruendo con essi architetture, strutture panoramiche e giochi per bambini.
Da lì siamo ripartiti alla volta di Guastalla e abbiamo visitato l’Azienda Agricola Possioncella, dove ci hanno accolto raccontandoci e facendoci assaggiare i prodotti realizzati a chilometro zero. Il Fondo Possioncella si caratterizza perché dedica grande impegno alle visite guidate per le scuole e ai laboratori didattici e produce da sé ogni elemento che contribuirà a creare il Parmigiano Reggiano: oltre ad allevare le vacche che daranno il latte usato per la produzione, coltiva anche la maggior parte ci ciò di cui si nutrono le vacche, come lino, la barbabietola, girasole, frumento… tra le meraviglie che abbiamo assaggiato, sicuramente spicca un Parmigiano di 60 mesi, che può essere mangiato anche da chi ha problemi di intolleranza alle proteine del latte.
Siamo poi ripartiti e, dopo circa 50 chilometri, abbiamo incontrato… il primo imprevisto: ho forato! Ma niente paura: tutto sotto controllo, abbiamo subito risolto e siamo ripartiti verso Carpi, per arrivare poi all’Acetaia del Cristo, una delle più importanti aziende del modenese produttrice di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Anche qui abbiamo incontrato una disponibilità che è difficile da raccontare: il proprietario ci ha accompagnati nella vigna a vedere l’uva biologica che coltiva, poi abbiamo potuto osservare le vasche in cui si cuoce il mosto per poi fare l’aceto, le vasche di fermentazione e infine abbiamo visitato la zona dove sono custodite le botticelle in cui l’aceto riposa per almeno 12 anni prima del controllo del Consorzio per ottenere la certificazione DOP e il marchio di Aceto Balsamico.
È stata un’immersione in un luogo magico, carico di tradizione: una volta le botticelle venivano regalate dai genitori ai figli per festeggiare matrimoni o nascite e ancora oggi si portano dietro la scia di questi riti antichi.
Questo poi è un territorio che ha subìto la devastazione del terremoto, nel 2012, ma tutti si sono rimboccati le maniche e hanno ricominciato, con costanza e determinazione.
Tutto insomma raccontava la bellezza e la forza di questa terra ma la meraviglia l’abbiamo raggiunta con le degustazioni: abbiamo assaggiato 5 diversi aceti, tutti ottimi, un gelato alla panna con un aceto invecchiato 25 anni e, per finire, un aceto di addirittura 50 anni: un’esplosione di sapori ed emozioni, l’acidità era in perfetto equilibrio con la morbidezza, insomma era perfetto.
Qualche numero per capire meglio: da 100 kg di uva, dopo 25 anni si ricava un litro di aceto, che corrisponde a 1,5 kg.
Un’ultima particolarità che caratterizza l’Acetaia del Cristo: questa è l’unica azienda in cui le 8 botticelle dove invecchia l’aceto sono realizzate con un solo tipo di legno: il legno viene poi specificato sull’etichetta perché rende unico il prodotto, marcando fortemente sapore e profumo.
Da qui siamo ripartiti e arrivati a Bomporto, dopo 101 chilometri dalla partenza. Abbiamo dormito all’Osteria La Lanterna di Diogene, Cooperativa Sociale e Onlus, grazie all’ospitalità del cuoco e proprietario Giovanni Cuocci.
Oggi ripartiamo proprio dalla Lanterna… stay tuned!