Il quinto giorno potremmo chiamarlo “il giorno delle complicazioni e del mare”. Sono stati 68 chilometri in totale, tra piccoli incidenti da risolvere, soluzioni improvvisate e la scoperta di una cucina che sa esaltare alla perfezione il gusto del mare.
Ma adiamo con ordine.
La prima parte della giornata è stata caratterizzata dai piccoli problemi fisici – al quinto giorno di pedalata sono arrivati alcuni dolori muscolari, per fortuna superati velocemente – e meccanici: questi ultimi sono stati amplificati dal fatto che era domenica e quindi sembrava praticamente impossibile trovare qualcuno che potesse aiutarci a risolverli.
Siamo partiti da Morro d’Alba e abbiamo pedalato fino a Falconara Marittima (An), dove abbiamo incontrato Alessandro Fabbo, che ci ha dato alcuni consigli su come affrontare i problemi meccanici che avevamo riscontrato: così, ci siamo ritrovati alla Decathlon di Ancona, unico posto aperto la domenica mattina, dove siamo riusciti finalmente a risolvere i problemi delle nostre biciclette.
Tutto bene, quindi, se non che questo inconveniente ci ha impedito di andare a visitare la Cantina Silvano Strologo e di assaggiare i suoi vini. Per noi è stato un grande dispiacere, soprattutto perché il proprietario si era dimostrato molto disponibile, pronto ad aprirci la sua cantina anche la domenica mattina. Speriamo ci sia un’altra occasione di incontrarci!
Siamo quindi ripartiti, pedalando lungo la costa marchigiana, con vento a favore, fino ad arrivare a Porto Sant’Elpidio (Fm) al Ristorantino Itaj, che ha aperto il 5 luglio 2014 grazie a Federico Capocasa e la sua compagna Elisabetta Zazzi.
Federico, proprietario di questo posto elegante e bellissimo, che si affaccia direttamente sul mare, è ascolano, nato e cresciuto a Parma, e ha voluto tornare qui per aprire un ristorante caratterizzato da una filosofia ben precisa: utilizzare solo il pesce fresco dell’Adriatico, avere un menu con pochi piatti, che cambiano anche tre volte a settimana, scelti in base al pescato di giornata e in base a ciò che si trova di fresco al mercato locale. Per Federico, infatti, la freschezza e la stagionalità sono la base della sua cucina. Unica eccezione è il piatto che non manca mai dal menu, la “carbonara con mazzancolle 2.0”, che, pur non avendo un legame stretto con il territorio, è il preferito dello chef.
Federico ci racconta che il ristorante lavora no-stop per i sei mesi della stagione stiva e si ferma gli altri sei. I mesi di chiusura sono il momento in cui ripensa al menu, ai piatti, ma soprattutto in cui sperimenta altri ristoranti, altri sapori, per lasciarsi contaminare e ispirare. Federico inoltre è un vero e proprio appassionato di libri di cucina: nel ristorante si nota una bellissima libreria, molto fornita, e lui ci racconta che spesso si lascia trasportare da una fotografia, da un colore, e da lì parte per provare a creare un nuovo piatto.
La soddisfazione più grande, ci dice, è stato l’inserimento dell’Itaj nella guida dell’Espresso, un’emozione che è quasi impossibile da spiegare perché dimostra che la fatica e l’impegno alla fine vengono ricompensati.
Qui assaggiamo piatti sublimi: olive all’ascolana fatte in casa, calamaretti spillo con salsa di patate, i famosi spaghetti alla carbonara con mazzancolle, frittura fantasia, mousse al cioccolato e vino bianco Passerina, un vitigno autoctono marchigiano. Ogni piatto ci dimostra che Federico sa davvero esaltare i sapori delle materie prime che utilizza, creando piccoli capolavori.
Poi si chiude anche questa giornata… a domani, pronti per riprendere il viaggio.