Ho trascorso ben quindici estati della mia vita sul lago d’Iseo, precisamente a Clusane d’Iseo, una piccola frazione a cavallo della provincia bresciana e bergamasca. Dovrei conoscere qualche cosa della Franciacorta e invece come spesso capita, non sono mai andato oltre i confini di quel piccolo paese.
Il tempo passa, le passioni si evolvono e gli occhi apprezzano paesaggi e scorci che durante la tenera età sono quasi invisibili.
Per questo devo ringraziare la cascina Clarabella che mi ha invitato a trascorrere una notte presso la loro struttura ricettiva. Con questa scusa ho deciso di pedalare nei luoghi della mia infanzia ma questa volta in modo più completo e autentico.
Il percorso che ho testato e che vi consiglio, ha una lunghezza di circa 60 chilometri che tocca tutti i paesi più importanti della Franciacorta (per avere la traccia GPS basta mandarmi un’e-mail).
Un giro ad anello che permette di passare accanto alle più rinomate e famose cantine della zona (Cà del Bosco, Berlucchi, Contadi di Castaldi) ma anche a decine di piccole cantine che animano questo territorio. Sono convinto che saranno più che contente ad aprire le porte della loro cantina e mostrarvi con orgoglio i loro risultati enologici.
Ho pedalato su strade a basso traffico, vie secondarie di campagna, piste ciclabili vista lago con leggeri sali e scendi dove è possibile incontrare i tre fattori che caratterizzano questo territorio: l’acqua, la terra e la vite.
ACQUA
L’acqua è data dal Lago d’Iseo che condiziona il clima, mitigando le temperature e l’umidità ma anche dalle torbiere e i tanti piccoli rii che scendo per pochi chilometri verso il lago.
TERRA
Abbiamo poi la terra, data dal Monte Alto e Monte Orfano che fanno da sfondo durante tutta la pedalata, ma anche dalla qualità del terreno. Un terreno ricco di sabbia e limo e depositi morenici che milioni di anni fa hanno formato un anfiteatro con vista lago. Questi depositi che sono scivolati dalla catena alpina hanno un’enorme ricchezza di minerali, molto diversa dalla pianura a pochi chilometri di distanza: argillosa e ottima per cereali. I vini su questo tipo di terreno sono caratterizzati da una spiccata sapidità.
VITE
Infine c’è la vite, tenuta bassa dai vignaioli per incrementare la qualità. Non scompare mai durante tutta la pedalata e ti invoglia spesso a fermarti per fotografarla assieme a qualche castello o rocca trasformati in relais e ristorante
Uve francesi Chardonnay e Pinot Nero e Bianco sono i tre vitigni più importanti anche se ultimamente si sta iniziando a usare un vecchio vitigno più resistente alle alte temperature: “Erbamat”. Che bel nome!
Tutto il Consorzio del Franciacorta ha intrapreso un percorso per ridurre gli interventi in vigna per garantire qualità. Non solo sotto il profilo organolettico o analitico delle uve, ma anche da un punto di vista della sostenibilità ambientale.
Mi ha sempre affascinato sapere che fin dagli anni ’90 in questa zona è stato fatto un lavoro di zonazione completo per conoscere il tipo di terreno e la conformazione, informazioni necessarie per sapere quale vitigno piantare e ottenere da quel preciso ettaro il meglio del terroir.
Prima di aver la possibilità di pedalare in questa zona, avevo un ricordo di una zona altamente trafficata, con abbondanti centri commerciali e senza spazio per le attività outdoor. Ma solo per il semplice motivo che da piccolo non sono mai “uscito” dal percorso principale per le auto. Basta fare una piccola deviazione, abbandonare le provinciali e si può godere di scorci meravigliosi in totale sicurezza.
La Franciacorta è una piccola Champagne divenuta tale troppo tardi, non riuscendo a fermare la diffusione di capannoni e di aree industriali in zone dove stonano con il paesaggio.
Fortunatamente ora, scoprendo il potenziale del vino, si sta cercando di riparare ai danni fatti negli anni in cui il cemento è stato il modo più veloce e semplice per creare economia a discapito dell’ambiente.
Questo è il passato, il presente e il futuro è Franciacorta.








